Brennero: un confine? Un articolo di zebra.
Un articolo e intervista sul passo Brennero con Fritz Gurgiser. E' presidente del Transitforum Austria-Tirol, un'organizzazione austriaca per i diritti civili, che si impegna per ridurre al minimo gli oneri sanitari, economici e sociali del traffico di transito, soprattutto lungo la linea del Brennero da Rosenheim a Verona.
Testo: Hannes Pichler, Leon Bacher, Clara Holzer
Traduzione: Alessio Giordano
Foto: Alessio Giordano
Un articolo del giornale di strada zebra. del marzo 2023.
Brennero: un confine?
Fin dall'epoca romana, il passo Brennero (insieme al Resia, sulla Via Claudia
Augusta) è stato il più importante punto di passaggio per l'attraversamento dell’arco alpino.
In origine la via romana che attraversava il Brennero era una semplice mulattiera, utilizzata per il trasporto di merci. In seguito, divenne una strada militare che, passando, congiungeva Valdedina (WIlten) a Vipitenum (Vipiteno). Fino al 46 d.C. circa, questa strada militare fu costantemente ampliata. All'epoca del Sacro Romano Impero, il Brennero era una delle strade militari più importanti per gli imperatori tedeschi. Nel corso dei secoli si è lavorato costantemente per migliorare questo importante asse di collegamento: è stato reso possibile il doppio senso di marcia, sono state introdotte norme di circolazione nei punti di strozzatura e i fossati stradali hanno garantito il drenaggio dell'acqua piovana.
Al centro della Storia
Al Brennero sono legati eventi importanti: Goethe lo scelse come tappa del suo "Viaggio in Italia" nel 1786, Hitler e Mussolini si incontrarono più volte su questo "confine doloroso" dell'Europa per rinverdire la loro fratellanza d'armi e consolidare l'appartenenza dell'Alto Adige all'Italia.
Una regione di confine
Nel 1919, in seguito al trattato di Saint Germain, il Brennero fu assegnato al Regno d’Italia. A segnare la suddivisione del territorio fu posto il cippo di confine.
Un ponte
Nel 1959 è iniziata la costruzione del ponte Europa lungo l'autostrada del Brennero. Nel 1971, il passo poté essere attraversato per la prima volta in autostrada. In seguito alla valanga del 5 aprile 1975, in cui persero la vita molte persone, sul Brennero furono costruite strutture di protezione. Gli anni '90 portarono cambiamenti radicali: con l'adesione dell'Austria all'UE nel 1995 furono aboliti i controlli doganali, mentre l'accordo di Schengen pose fine anche ai controlli sistematici sulle persone.
Il ritorno dei controlli
Si potrebbe pensare che con l’accordo di Schengen il confine abbia perso la sua funzione di “separazione”, ma quanto accaduto in alcune circostanze nello scorso decennio ci mostrano il contrario: i controlli sulle persone sono stati ripristinati -con modalità discutibili- nel 2015 per arrestare i flussi migratori. In occasione di importanti eventi politici, come il vertice del G20 del 2017 in Germania, i controlli di frontiera al Brennero furono rafforzati. Anche negli anni della pandemia, il Brennero è tornato a essere un confine invalicabile per alcuni mesi. Così, se grazie alla crescente cooperazione europea nel corso degli anni il confine del Brennero da un lato si è dissolto, al tempo stesso si è nuovamente consolidato in tempi di crisi.
Un punto di incontro
Le persone a sud e a nord del Brennero troveranno comunuqe un modo per incontrarsi. Il Brennero connete: ogni giorno migliaia di studenti*esse altoatesini*e attraversano il Brennero senza dare peso al fatto che stanno entrando in un altro Paese. Molti servizi di cui gli altoatesini si servono si trovano oltre il confine. I centri commerciali di Innsbruck sono la "destinazione commerciale numero uno" per gli abitanti della Wipptal. Al contrario, la popolazione austriaca è attratta da Vipiteno per l'aperitivo o, nel fine settimana, dallo shopping all’outlet del Brennero.
“Il traffico illimitato non è sostenibile per le nostre valli”
Fritz Gurgiser è presidente del Transitforum Austria-Tirol, un'organizzazione austriaca per i diritti civili, che si impegna per ridurre al minimo gli oneri sanitari, economici e sociali del traffico di transito, soprattutto lungo la linea del Brennero da Rosenheim a Verona.
Da 25 anni è membro del Transitforum Austria-Tirol, di cui oggi è il presidente. Quali sono gli obiettivi dell’organizzazione?
Il Transitforum Austria-Tirol sostiene la protezione delle imprese e dei residenti privati lungo le vie di transito. Per molti aspetti il traffico di transito è un problema difficile da misurare, perché va oltre la questione dei gas di scarico e del rumore. Se nei villaggi c'è un rumore costante, per esempio, diminuiscono anche i contatti sociali. Dobbiamo inquadrare il transito come una questione europea che deriva dall'attuale sistema economico e non riguarda solo le rotte Kufstein-Brennero o Rosenheim-Verona. Il traffico di transito promuove e viene a sua volta promosso dal dumping dei prezzi nei singoli Paesi europei, che a sua volta esercita una pressione sui cicli economici regionali.
Perché i temi del traffico e dell'inquinamento sono una sua preoccupazione personale?
Sono cresciuto vicino all'autostrada del Brennero, in un'area di insediamento dove non c'è alcuna possibilità di sfuggire a questo fenomeno in costante crescita. Mi sono trovato davanti a un bivio: trasferirsi - cosa per me impensabile - o cercare di migliorare la situazione in modo sostenibile.
Quali sono le possibilità di azione che permetterebbero di migliorare le cose?
Dobbiamo definire quali sono le nostre priorità: la salute, la qualità della vita e l'economia regionale o il traffico causato da altri? Dobbiamo chiedere alla politica di tutelare gli interessi dei residenti lungo le vie di transito, con gli strumenti che già esistono e che loro stessi hanno creato. Il diritto europeo non dice che regioni, città e paesi devono essere vittime del traffico, anzi, sostiene che il traffico deve essere limitato ovunque danneggi la salute delle persone e altri valori fondamentali del vivere comune.
Lei ha descritto la Galleria di base del Brennero (BBT) come un tradimento nei confronti di diverse generazioni. Perché?
La discussione relativa al passaggio dal trasporto su gomma a quella su rotaia ci accompagna da oltre 30 anni. In seguito all'adesione dell'Austria all'UE, però, il trasporto su gomma è diventato sempre più attraente dal punto di vista economico, mentre quello su rotaia non è stato praticamente potenziato. Dato che un'azienda sceglie sempre il percorso più economico, questo ha causato la congestione del traffico. Il tunnel di base del Brennero non viene costruito per ridurre il traffico pesante sulle vie di transito. Fa parte della tratta ad alta velocità Berlino-Palermo ed è stata progettata per il traffico misto, cioè per il traffico merci lento e il traffico passeggeri veloce, il che è un grande svantaggio. Per sfruttare al meglio il tunnel di base del Brennero, bisognerebbe favorire una concorrenza leale tra rotaia e strada. Mentre il trasporto merci su gomma è diventato sempre più attraente in tutta Europa, quello su rotaia non è redditizio. Per esempio, un container viene caricato da una nave su un camion ad Amburgo e viaggia fino a Wörgl. Qui deve essere caricato sull’Autostrada Viaggiante (forma di trasporto combinato che coinvolge il trasporto di complessi veicolari su treni merci) con un processo laborioso e lungo; quindi torna sulla A22 al Brennero e attraversa l'Alto Adige e il Trentino, con tutte le conseguenze negative per le valli che attraversa.
Quali cambiamenti si aspetta ora in Tirolo che i Verdi non sono più al governo?
Non mi oriento secondo le ideologie. I politici hanno un solo interesse: essere rieletti. Non importa quale partito sia al governo e quale all'opposizione. Il cambiamento dipende da quanto è forte la pressione dal basso sulla politica e da quanto noi cittadini siamo in grado di far valere i nostri diritti.
Le proteste a Bruxelles portano a qualcosa?
No. Se organizzassimo una manifestazione a Bruxelles ci ritroveremmo in 50 persone. Ci presenteremmo davanti al Parlamento Europeo come un gruppo smarrito e non gioverebbe alla nostra causa. Al Brennero, invece, occupiamo un luogo chiave, colpiamo un nervo scoperto e la preoccupazione dei residenti per mantenere intatto lo spazio alpino circostante è al centro dell'attenzione dei media europei. "Solo quando le ruote si fermano la politica si muove" era il principio per cui le riunioni dei cittadini venivano organizzate sulle carreggiate dell’autostrada.
Ha richieste specifiche da rivolgere all’UE?
Sì, ho qualche richiesta. Innanzitutto, che la burocrazia venga snellita. In secondo luogo, vorrei che la Commissione europea, in quanto "custode dei trattati", si concentri maggiormente sulla garanzia dei diritti fondamentali delle persone e metta la salute al di sopra di tutto. Poi si dovrebbe pretendere che Germania, Austria e Italia mettano in campo un sistema di misurazione digitale*, progetto che dal 2018 giace sulle scrivanie di Baviera, Tirolo del Nord, Alto Adige e Trentino. La Commissione ha introdotto interventi positivi, come per esempio la Convenzione delle Alpi e i valori limite per l’inquinamento atmosferico.
Vede anche una responsabilità da parte della popolazione?
Bisogna avere il coraggio di tutelare la comunità regionale. Ogni individuo può dare un contributo piccolo o grande per preservare il nostro spazio vitale e la nostra economia regionale.
Il traffico turistico deve essere limitato? Oppure è necessario adottare due standard differenti per il traffico di transito e per quello turistico?
È necessario porre dei limiti anche al traffico turistico. Il traffico in espansione è il risultato dell'ampliamento degli alberghi e degli impianti di risalita, soprattutto nelle località turistiche, mentre le comunità di collegamento ne subiscono le conseguenze. Questo è anche il risultato di una politica fiscale sbagliata, perché le imprese risparmiano sulle tasse espandendosi. Questo porta a un aumento dell'offerta, che si traduce in un aumento dei prezzi di 40-50 € per pernottamento. Il risultato è che la popolazione locale è costretta a risparmiare. In alta stagione, poi, nei fine settimana è quasi impossibile entrare o uscire dalla città se si abita lungo un'arteria stradale.
Chi si oppone alla sua visione sostiene che il turismo rappresenta una fonte di guadagno fondamentale per la regione.
Il turismo dovrebbe essere trattato come qualsiasi altra industria. È necessario fare un’analisi completa di costi e benefici, quindi del profitto ma anche dei danni che può provocare. Se intere regioni soffrono per la congestione del traffico, si tratta di un danno duraturo che il turismo di qualità non causerebbe. Questi ospiti pagano di più e sono anche disposti a viaggiare in modo diverso. Anche gli ospiti beneficerebbero del turismo di qualità e non dovrebbero più fare una fila eterna davanti agli impianti di risalita. Il nostro territorio attrae turisti da tutto il mondo per via della tranquillità, della possibilità di fare attività nella natura, per la sostenibilità e non per gli ingorghi permanenti, il traffico e il rumore delle motociclette che raggiunge anche i passi di montagna più alti. Queste due facce della medaglia non si conciliano e per questo il turismo deve essere governato con un approccio contemporaneo.
Cosa si augura per la popolazione di entrambi i versanti del Brennero?
Vorrei che le persone si impegnassero per i loro valori fondamentali e si per le cause importanti per la collettività. In qualità di elettori bisogna avere il coraggio di fare sentire la propria voce, affinché la politica assolva il suo compito principale, ossia quello di definire le condizioni di base del vivere comune.
Nel corso degli anni ha incontrato anche ostilità?
In passato sono capitati episodi molto spiacevoli. Ai miei figli è stato detto che ci avrebbero bruciato la casa e che un giorno loro padre non sarebbe più tornato a casa. Sono stati momenti molto difficili.
Dove trova le energie per andare avanti?
Traggo forza dal fatto che ci battiamo per ciò che è nostro di diritto: salute e diritti fondamentali. Nel corso degli anni siamo diventati un'organizzazione per i diritti civili perché rivendichiamo alla politica i nostri diritti, inclusi anche nella Convenzione delle Alpi. I politici ascoltano le richieste dei cittadini solo quando sono sotto pressione. Il turismo e l'industria esercitano pressioni, noi siamo il necessario contrappeso.
Questa edizione della rivista si occupa del tema dei “confini”: ha vissuto una particolare esperienza relativa a questo tema?
Io credo che, indipendentemente dall’ambito, certi confini non vadano mai superati. Lo spazio vitale in natura è limitato e, di conseguenza, dobbiamo limitare anche il nostro comportamento. Non basta costruire un recinto di filo spinato intorno a ogni fiore di montagna per "proteggersi" e al contempo lasciare le persone senza protezione nelle valli. Il Tirolo è bello, a nord e a sud, ma è nostra responsabilità preservare il territorio e consegnarlo intatto ai nostri figli e nipoti.